Per un certo periodo della mia vita ho pensato che il mondo fosse in mani sagge, coscienziose ed esperte e che i cambiamenti fondamentali per la salvaguardia del Pianeta e di tutti i suoi occupanti sarebbero provenuti da chi ci governa, o, al massimo, dai molti gruppi di attivisti.

       Per fortuna i governanti non possono imporre ad una società di aderire a valori che essa non condivide, ma purtroppo finchè per governare occorrerà fare ricorso a campagne elettorali milionarie finanziate da pochi gruppi economici di spicco, lo stesso sentire sociale continuerà ad essere pesantemente influenzato da interessi economici di pochi: a causa di tutto questo oggi viviamo un paradosso difficilmente comprensibile dall’esterno e siamo indotti a ritenere vantaggioso per noi stessi ciò che, invece, è dannoso per tutti.

      Per cambiare le cose non occorre lamentarsi della classe dirigente o dei governanti: è ciascuno di noi, nel quotidiano, a fare la differenza e a determinare se il potere finirà nelle mani di chi è corrotto, se qualcuno si arricchirà vendendo oggetti inutili o dannosi, se chi sfrutta gli indifesi, massacra animali e devasta l’ambiente, continuerà a farlo indisturbato oppure no.

• In un mondo basato sui consumi ciascuno di noi è artefice e protagonista del cambiamento.
• In un mondo basato sull’informazione ciascuno di noi ha il dovere di conoscere le implicazioni delle sue scelte.
• In un mondo basato sulla comunicazione ciascuno di noi può trasmettere agli altri le proprie conoscenze e impedire che il silenzio e l’ignoranza avvantaggino chi intende approfittarsene.

La conoscenza rende liberi e se abbiamo il coraggio di essere liberi e di cambiare noi stessi, possiamo cambiare il mondo intero!

 

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